Per il mio compleanno ho ricevuto un regalo meraviglioso: “Ajò, andiamo a farci un giro in Ogliastra!”. E che bel giro, devo dire. Io avevo …
L’Ogliastra on the road: un pomeriggio tra piccoli borghi e magnifici paesaggi

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Per il mio compleanno ho ricevuto un regalo meraviglioso: “Ajò, andiamo a farci un giro in Ogliastra!”. E che bel giro, devo dire. Io avevo …
Tiana è un piccolo paese di collina, incastonato tra le montagne che fanno da anticamera al Gennargentu. Nell’immaginario di molti il suo nome è legato …
Orgosolo è un paese unico, tra i più straordinari che abbia mai conosciuto. Paese della Barbagia, bellissima regione storica e geografica in provincia di Nuoro, è uno di quei luoghi che non lascia indifferenti, che comprendere a fondo è veramente complesso e la cui conoscenza va per strati, a seconda del grado di “immersione” si ha nella comunità.
Si può visitare Orgosolo e ammirarne i suoi murales; si può approfondire leggendo giornali, riviste e testi di storia, antropologia, arte; si può essere ospitati e accolti nella comunità…
E’ un paese, Orgosolo, dove le tradizioni sono ancora vive e lontane dalla mercificazione turistica: o sono sconosciute oppure è una sorta di muro di cristallo a separare lo spettatore da chi vive profondamente, da chi guarda a chi sente…
Il 31 dicembre, a Orgosolo, si celebra Sa Candelarìa, antica usanza che si articola in due momenti: la mattina i protagonisti sono i bimbi, la notte gli “sposi nuovi”. Ovvero tutte le giovani coppie unitesi in matrimonio nell’anno che si è in procinto di salutare. Pare che quest’ultimo aspetto sia giovane di trent’anni. Un’evoluzione della più antica usanza di andare di casa in casa a chiedere, appunto, Sa Candelarìa.
Essa consisteva in primis nella distribuzione di un pane particolare, su cocòne, di forma circolare, soffice e gustoso, e successivamente anche di provviste.
Era un modo attraverso il quale, a Orgosolo, si potevano ricevere un po’ di viveri dalle famiglie più abbienti. Tale sorta di “redistribuzione” avveniva senza vergogne, in quanto si era soliti bussar alle porte nell’oscurità della sera. Quando l’illuminazione pubblica era ancora un miraggio…
Sono arrivata a Orgosolo all’imbrunire, molto emozionata e felice di aver la possibilità di vivere da vicino un’esperienza così unica e preziosa. Sono stata accolta a casa dei genitori di Antoni, dove tutto era in ordine, pronto… Dove si celebrava, silenziosa e in serena trepidazione, la solenne attesa di una notte speciale. Dopo cena, a partire dalle ore 23, il paese ha iniziato, pacato, a raggiungere l’abitazione.
Chi arrivava con due amici e una chitarra, chi con fisarmonica, chi in grande compagnia… Adolescenti, gruppi di giovani e giovanissimi, di amici si accalcavano lungo la via, in attesa che arrivasse il loro turno per augurare agli sposi nuovi quanto la tradizione ha insegnato loro, in canti arcaici bellissimi e intensi…
Gli sposi attendevano sull’uscio i compaesani e dopo aver ascoltato i loro versi, li invitavano ad accomodarsi in casa e offrivan loro vino, vov, succhi di frutta e dolci deliziosi. L’invito era, materialmente, a cura di zie e cugine che premurose e organizzate, si muovevano affinché tutto fosse perfetto e i padroni di casa potessero occuparsi, unicamente, di ringraziare i convenuti.
Varie le voci, le intonazioni, l’accompagnamento o meno con fisarmonica e chitarra, ma le parole che, per la notte intera, han risuonato son state queste:
Viva viva s’allegria
E a terra sos ingannos
Bonos prinzipios d’annos
Bos det Deus e Maria
Viva viva s’allegria
Dazzennollu su cocone
Pro more e Zesu Bambinu
Appazas dinare e binu
Tridicu e orju a muntone
Dazzennollu su cocone
E queste, ancor più dirette agli sposi con l’augurio di avere presto figli e che essi possano realizzarsi nella vita e raggiungere vertici prestigiosi:
E unu lizu unu lizu
E Deus bos diat fizu
A gustu Vostru e non meu
E fizu bos diat deus
S’alligret d’ogni montagna
Ch’es bessida Missennora
Paret s’istella Aurora
Chin sos suos assemizos
Deus bos det duos fizos
Fattos ambos a una forma
Unu siat Papa in Roma
S’atteru Re in Ispagna
S’alligret d’ogni montagna
Dazennollu su cocone
Pro more e Zesu Bambinu.
Così, a Orgosolo, è iniziato il mio Capodanno, senza noiosi convenevoli, ma fortunata spettatrice di una comunità di tradizioni e sentimenti ancora vivi che mi ha permesso di vivere, per la prima volta nella mia isola, una sensazione particolare… Un’esperienza al microscopio, la scoperta di un microcosmo ancora ben intatto, dove la cultura italiana ha difficoltà a penetrare e dove i racconti del Tg di Videolina (che scorrevano a ripetizione durante l’ora di pranzo) sembravano distanti anni luce…
E voi come trascorrete il Capodanno?