L’estate si avvicina ed è la stagione in cui, complici le vacanze e le lunghe ore di sole a disposizione, ci possiamo concedere qualche itinerario un po’ più fuori mano, un viaggio vero e proprio alla scoperta di luoghi che purtroppo, per distanza, son più difficili da raggiungere.
Tra questi, meta regina sono sicuramente le isole del Sulcis, a poca distanza dalle coste del sud ovest della Sardegna. Esso si compone dell’isola di Sant’Antioco, la maggiore tra le isole sarde e collegata alla terraferma da un’istmo artificiale, dell’isola di San Pietro e di altri piccoli isolotti e scogli che punteggiano questo splendido tratto di mare. Sull’isola di Sant’Antioco sorgono due cittadine, Sant’Antioco e Calasetta, mentre sull’isola di San Pietro si trova Carloforte.



La cittadina di Sant’Antioco ha origini antichissime. Sin dall’età nuragica e prenuragica si insediarono nell’isola gruppi umani locali che ci hanno lasciato numerose testimonianze, tra nuraghi, tombe e menhir. Tuttavia la ragione per cui l’isola è oggi maggiormente conosciuta sono i resti della città fenicio-punica di Sulki, che gli studiosi ritengono essere stata la più antica città del Mediterraneo, e da cui ha preso nome la regione storica del Sulcis cui l’isola appartiene. In seguito alla dominazione cartaginese, arrivarono i romani e successivamente i bizantini. All’epoca paleocristiana risale l’edificazione della basilica di Sant’Antioco Martire. La chiesa, bellissima, è una costruzione in stile bizantino dedicata al santo martire che non solo ha dato nome all’isola ma è divenuto patrono della Sardegna intera. Fuggito ai lavori forzati cui era stato condannato dall’imperatore Adriano per aver rifiutato di compiere sacrifici agli dei pagani, Antioco si nascose in una serie di camere scavate nella roccia che diventarono la sua casa, e che successivamente alla sua morte divennero l‘unico esempio di catacombe della Sardegna. La chiesa fu edificata qualche secolo più tardi, a partire dal V secolo e più oltre rimaneggiata fino ad assumere l’aspetto che ha oggi. Accanto alla basilica, in Via Necropoli, si trovano “is Gruttas“, delle antiche tombe-abitazioni sotterranee che furono abitate fino agli anni ’70 e che oggi vengono utilizzate come cantine ed aperte in occasione di particolari manifestazioni. La città ospita un ricco museo archeologico, la cui visita è molto interessante e aiuta a capire meglio i siti che si visitano in città. Altra attrazione molto interessante è il museo del bisso di Chiara Vigo, l’ultima tessitrice di questo antico filato naturale che deriva dalla barbetta dei mitili.


Poco lontano da Sant’Antioco si trova Calasetta. La cittadina è di recente costruzione, in quanto fu edificata, come del resto Carloforte, nel XVIII secolo, in seguito all’arrivo sull’isola di una comunità di pescatori di corallo che provenivano dall’isola di Tabarka (vicino Tunisi) pur avendo origini liguri. Qui l’atmosfera cambia considerevolmente, anche solo per via della lingua che si può orecchiare per le strade, il tabarchino, un dialetto ligure parlato solo qui e a Carloforte. La torre sabauda che svetta nel centro storico, costruita quasi in contemporanea con il centro abitato, e le caratteristiche vie a reticolo con le abitazioni dipinte di bianco regalano a questo piccolo centro un fascino speciale, che rende davvero piacevole la visita. Da Calasetta ci si può imbarcare sul traghetto che conduce all’isola di San Pietro, dove Carloforte ci aspetta con tutto il suo splendore. Scorci poetici, salite e scalinate accompagnano una passeggiata in città che regala panorami mozzafiato e momenti di vita isolana difficili da trovare altrove. Sono molteplici le testimonianze della storia, seppur recente, di questo luogo, una storia che racconta di un profondo rapporto col mare e con le origini di una popolazione che ha conservato gelosamente la lingua e le sue tradizioni. Non si può andar via di qui senza assaggiare il tonno, sapientemente lavorato secondo antiche modalità e utilizzato come ingrediente di tanti piatti, tra cui spicca il pasticcio alla Carlofortina, un primo a base di pasta fatta in casa e condita con pesto, pomodoro e tonno, tutti prodotti della tradizione locale.
Lasciati i centri abitati, in entrambe le isole è possibile ammirare paesaggi selvaggi in cui una natura indomita realizza ogni giorno il suo capolavoro. Per scoprire queste meraviglie, però, ci diamo appuntamento per un altro racconto!
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