Esistono, in Sardegna, luoghi quasi leggendari, dei quali si è sempre sentito parlare, ma senza avere mai avuto l’occasione di poterli effettivamente vivere o visitare. Uno di questi, per me, è il famoso monte Acuto, due cime aguzze in territorio di Berchidda, già Gallura. Si erge sulla vallata del fiume Rio Mannu e fa parte del sistema orografico del monte Limbara, nonostante siano separati dalla valle Badde Manna.
Lo scorso fine settimana ho raggiunto la cima di questo famoso e leggendario monte. L’escursione è stata organizzata dall’associazione Inside Outiside che, nata di recente, sta donando l’occasione di affrontare percorsi poco noti, di una Sardegna pressoché sconosciuta dagli appassionati di trekking. L’escursione è iniziata con molta calma, verso le 10 del mattino. Ha avuto una lunghezza di circa 6 chilometri ed è stata molto interessante e poco faticosa. Il percorso è per lo più in salita. I tratti finali sono un po’ più complessi, ma comunque fattibili pressoché per chiunque.
Durante il percorso è necessario sostare varie volte per poter ammirare i resti di insediamenti nuragici, pre-nuragici e varie testimonianze che attestano la presenza umana, lungo i secoli, in questo territorio. In una delle prime pause abbiamo ammirato Sa pedra iscritta, un’enorme pietra la cui superficie presenta 36 particolari forme geometriche. Gli studiosi ipotizzano che la roccia venisse usata, in periodo nuragico, per cerimonie religiose, considerato che negli incavi son stati rinvenuti frammenti di un’anfora votiva e che, a pochi metri, vi è un pozzo sacro.
Procedendo, ci siam imbattuti in un menhir che sorge, maestoso, in uno spiazzo quasi pianeggiante e impera immerso in una natura dai colori autunnali suggestivi e intensi.
Insinuandoci in un tratto boscoso, tra grosse rocce scolpite dal vento e dall’uomo e tratti ricchi di muschi, abbiam incontrato due imponenti cinte murarie megalitiche di cui una a 400 metri e l’altra a 460. Ma pare che lungo il percorso vi siano anche un dolmen, una serie di abitazioni, e abbondanti testimonianze di cultura materiale, quali tegole, ceramiche, terraglie.
Sulla cima, invece, vi sono i resti del castello medievale da cui si domina la piana circostante e lo sguardo si sperde per la Gallura (si intravede l’isola di Tavolara) e il Logudoro. Il castello fu sede della giudicessa Adelasia di Torres. Fu testimone delle lotte avvenute tra iberici e sardi nel XV secolo e dopo la conquista catalano-aragonese della Sardegna il castello di Monte Acuto perse, lentamente, importanza iniziando il suo declino.
Per maggiori informazioni: https://insideoutsidesardegna.wordpress.com/
Leave a Reply