I festeggiamenti del Carnevale in Sardegna si possono tranquillamente definire una “cosa seria”.
Il Carnevale in Sardegna inizia ufficialmente il 16 gennaio con l’accensione dei fuochi in onore di Sant’Antonio Abate in gran parte dei paesi dell’isola, per concludersi, per lo più, il martedì grasso. Fanno eccezione alcuni borghi che festeggiano durante il mercoledì delle Ceneri e quelli che allungano l’esaltazione della festa fino alla pentolaccia, la domenica successiva.
Il giovedì grasso è il giorno in cui inizia la settimana d’euforia. In molte piazze della Sardegna (e ovviamente nella gran parte delle case dei sardi) si mangia il fave e lardo, un delizioso e ipercalorico piatto tipico del Carnevale a base di lardo, salsicce, carne di maiale, fave (con variante di ceci o altri legumi), cavoli, finocchietti selvatici e pane fine nel brodo bagnato. Una delizia!
Per chi volesse iniziare a calarsi nei ritmi della festa, la direzione dev’essere verso il centro Sardegna: a Gavoi per la Sortilla de Sos Tumbarinos. A partire dal primo pomeriggio, le vie del bel centro barbaricino si animano di persone vestite con pantaloni di velluto e giacche nere. Il viso colorato di fuliggine nera. Alcuni indossano delle maschere indefinite, ma tutte e tutti portano con sé particolari strumenti musicali che non smetteranno un attimo di emettere suoni. Una carovana di suoni, continua e perpetua, che conduce in una dimensione “altra”, quella del Carnevale.

Il sabato pomeriggio non bisogna assolutamente perdere il rito de Su Battileddu a Lula, nel nuorese. Qui si rivive il sacrificio de Su Battileddu, lo scemo, l’essere inutile del villaggio che veniva sacrificato per propiziare un anno di fortune. Il rito è stato recuperato da qualche anno ed è molto, molto coinvolgente, duro e suggestivo.

Domenica è la giornata da dedicare alla Sartiglia di Oristano guidata dalla mitica e misteriosa figura de su Componidori o alla corsa sfrenata, nella strada del paese, da parte dei cavalieri de Sa Carrela ‘e nanti di Santulussurgiu. Due giostre equestri molto differenti tra loro, ma di grande storia e moltissimo fascino.


Il lunedì pomeriggio è da dedicare alle maschere a lenzolu di Aidomaggiore, piccolo borgo dell’oristanese, al lato del lago Omodeo. Qui, il lunedì di Carnevale la maschera è una, ed è caratterizzata da un lenzuolo bianco che culmina sul capo come una corolla. Il volto è coperto da una maschera che non lascia assolutamente trapelare l’identità della persona mascherata.

Il martedì è all’insegna di Bosa e del suo Carrasegare osincu. Nell’antico borgo sul fiume Temo, impazza un Carnevale molto particolare, ironico e irriverente.

Il martedì è anche il giorno che Fonni, in Barbagia, riserva a Urthos e Buttudos e Mascheras Limpias. Entrambe le maschere sono espressione della tradizione carnevalesca del paese più alto della Sardegna, ma regalano due esperienze molto diverse tra loro. Eleganti e leggiadre, sas Mascheras Limpias danzano sulle note del ballo sardo, mentre divertono con la loro irruenza e le acrobazie imprevedibili.


Mercoledì delle Ceneri, niente penitenze: si va a Ovodda. In questo piccolo borgo della Barbagia si celebra il Carnevale per antonomasia: Mehuris de Lessia Pure e allegra anarchia per una giornata intera.

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